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brano
 
Cicerone
Pro rege Deiotaro, 25
 
originale
 
25. Secutum est bellum Africanum: graves de te rumores, qui etiam furiosum illum Caecilium excitaverunt. Quo tum rex animo fuit? Qui auctionatus sit seseque spoliare maluerit quam tibi pecuniam non subministrare. "At eo" inquit "tempore ipso Nicaeam Ephesumque mittebat qui rumores Africanos exciperent et celeriter ad se referrent: itaque cum esset ei nuntiatum Domitium naufragio perisse, te in castello circumsederi, de Donmitio dixit versum Graecum eadem sententia, qua etiam nos habemus Latinum: pereant amici, dum inimici una intercidant." Quod ille, si esset tibi inimicissimus, numquam tamen dixisset: ipse enim mansuetus, versus immanis. Qui autem Domitio poterat esse amicus, qui tibi esset inimicus? Tibi porro inimicus cur esset, a quo cum vel interfici belli lege potuisset, regem et se et filium suum constitutos esse meminisset?
 
traduzione
 
25 Poi ? venuta la guerra d'Africa. Sul tuo conto circolavano voci preoccupanti, che eccitarono anche quel forsennato di Cecilio: quali sentimenti nutr? allora il re, che arriv? a mettere i propri beni all'incanto e prefer? privarsene piuttosto che non contribuire alla tua causa con denaro? Dice: ?Eppure proprio in quel periodo inviava emissari a Nicea e a Efeso perch? raccogliessero le voci dall'Africa e gliele riportassero in fretta. E cos?, alla notizia che Domizio era morto nel naufragio e che tu eri assediato nella fortezza," ha citato un verso greco di contenuto analogo al nostro: Periscano gli amici, purch? con loro cadano i nernici!?. Ma egli, se pure fosse stato il tuo pi? grande nemico, non lo avrebbe mai citato, perch? lui ? un mite, il verso invece ? atroce. E poi, come avrebbe potuto essere amico di Domizio uno che fosse tuo nemico? E ancora, perch? avrebbe dovuto essere tuo nemico, dato che aveva bene in mente che tu, pur avendo potuto metterlo a morte secondo il diritto di guerra, lo avevi riconosciuto come re insieme a suo figlio?
 

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